Da una trifora, sul cortile dell’attualità #2
Prisco De Vivo
Luigi Pagano
Gloria Pastore
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testo del poeta Bruno Galluccio
18 ottobre – 16 novembre 2019
Inaugurazione venerdì 18 ottobre ore 18,00
La Galleria area24 space è lieta di presentare la seconda edizione del progetto espositivo intitolato Da una trifora, sul cortile dell’attualità in cui i tre artisti invitati illustreranno le rispettive opere e le loro ricerche creative.
In questa edizione sono stati invitati
Prisco De Vivo Luigi Pagano Gloria Pastore.
In Prisco De Vivo l’opera di pittura, scultura ed installazione che sia è sempre determinata dalla poesia come profonda traccia che diventa ferita e traspare in ogni suo manufatto. Un vero e proprio sudario ricopre metaforicamente la sua opera, che si imbatte dall’espressionismo al concettuale con una laboriosità naturale ed inconfondibile. I suoi registri non a caso passano dalla pittura alla scultura, dalla poesia al design. Artista dell’ombra e della luce come il suo complesso “Monumento a Rimbaud”, dedicato al “Poeta maledetto”; quel viaggiatore di inesplorabili limbi, che subisce l’amputazione della gamba prima di salutare il mondo. Prisco De Vivo ne realizza un monumento come pochi; alla sua sofferenza, tra la compassione e la redenzione.
In Gloria Pastore, artista imprendibile, con un’opera caratterizzata dal mito e dalla frammentazione di esso. La sua ricerca ha molteplici significati, entra ed esce dalla superficie dell’opera tanto da creare un’estetica del sublime raffinata e meditativa. Da tempo si interessa dell’identità ed alle stratificazioni di essa, scegliendo possibilità sempre più alternative ai suoi ricorrenti materiali. Passando dalla scultura al disegno, dal collage alla fotografia. Quei molteplici significati che la portano a quello sguardo sempre più rinnovato ed a “tutto tondo, che diventa un attributo di senso del vero vedere, da cui nascono anche i sui stucchi, dal titolo “Guardo” ed anche il recente ciclo di tecniche miste dal titolo “Napoli mia”.
Nel lavoro di Luigi Pagano vige la forma e la materia nella sua estensione. Una condizione metafisica esclusivamente legata alla fenomenologia del corpo e della materia. Così nella naturalezza del gesto si costituiscono dei corpi-paesaggio senza direzioni, forme tra cielo e terra, arcani ed irriconoscibili aperti solo all’ancestralità ed a cavità elegiache che in molti casi rammentano gli abissi e labirinti sommersi.
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TRAME DI-VISIONE
di Bruno Galluccio
su Prisco De Vivo
Il volto si mostra per la prima volta
e non c’è più modo di tornare indietro.
Camera oscura per soliloqui,
pozzi al posto degli occhi e vertigini
(due volte più grande è il cielo stellato),
il profilo è smarrito all’opposto della strada
dove prospera il giardino che poteva guarire,
al di qua il sé che sfugge e non si capacita,
carboni e astri, luce di nessun luogo.
Adottando un nuovo punto di visione
sarebbe ora di cominciare il cammino:
il corpo è freddo e risucchiato altrove,
il silenzio è nelle mani che non vedono,
il silenzio è piatto,
scalando una dimensione in più
si sarebbe autorizzati a dire.
**
Segnare la bellezza aderente al vero e passeggiare
per la prima volta lungo i solchi del volto,
costeggiare i volumi dalle rive, le macchie rigogliose,
le siccità, l’ipotesi non confermata diossa facciali
minacciata dalla luce .
E avventurarsi lungo i precipizi
che minacciano un buio profondo,
un inammissibile buio.
**
L’altro si gira e brucia, parti di lui si staccano
e continuano a bruciare, mutano
la composizione dell’aria
fino al punto di rottura nel precipizio.
Il precipizio sente che qualcosa sta giungendo ?
su Gloria Pastore
Comincia il viaggio
in bilico tra il qui e l’assenza
tra la presa in cura e le rivoluzioni cosmiche.
Eravamo diventati angeli.
Nascono e fioriscono
dal bianco perenne,
intaccano la superficie del tempo
La materia ridiventa materia, su dalla tenebra
filtra vita di tale materia
un corteo , l’incanto di una cosa
ricordata ma dimenticata
appartenente a una catastrofe remota.
**
Dal lato inverso il corpo nuota sul desiderio
dell’acqua, respinge nei sogni assalti che non esistono,
perfezioni e mancanze: forme rimesse continuamente a nudo.
Neuroni fioriscono all’aria, sinapsi si solidificano
nel loro nucleo onnisciente. La bellezza cerca la rottura.
Curvature per un sistema di riferimento aggiornato,
travagli alla luce del sole.
Passa l’accostamento imprevisto
si alza, si sveglia, ricade,
chiude gli occhi ora che i sensi fioriscono,
in questo senso è assente e si aggrappa,
è festa e solitudine, è silenzio e oscillazione
sonora che passa comunque.
**
Allo scoccare dell’ora chiara i volti
si aprono e si torcono.
Nel nucleo più interno di ciascun istante
si sommano sonni difficili.
Indovina tu : che forma hanno i fondali,
dove prosperano le stelle vive,
come riposano le promesse dei morti ?
su Luigi Pagano
Le masse sono lì forti
prima che le colga il nostro sguardo dirompente.
E non riusciamo a dividere la massa dalla non-massa ,
questa riflessione primordiale dalla sua pelle umana,
la torsione che produce dalla città assediata,
la rendicontazione, infine, delle minacce subite,
dalla storia malinconica
(se storia c’è stata)
**
L’occhio che guardiamo mentre ci guarda:
occhio gassoso, occhio universo,
che lascia passare tracce di punti,
agglomerati.
I suoi punti sono gli infiniti occhi
che intimano di scioglierci in uno più grande.
Si è moltiplicato all’infinito e adesso
tramite un occhio che non è suo
ci mostra la perfezione dei cerchi e l’impossibile
raggiungimento della perfezione dei cerchi,
eterno ritorno all’infinita pausa di attesa
che attende la forma del proprio attendere.
I punti di abissso arrivano verso di noi, collidono
e si disperdono in una cascata di scattering
**
Ci lasciano immersi, si perdono, ritornano nei fenomeni
di un passato senza tempo. Immagini sospese.
Sorprese fluttuanti.
Ora tutto si può ribellare, andare oltre
lo sguardo della visione, rivelare
le forme. Lasciano dietro di sè il loro futuro
L’asse del tempo,
perpendicolare in relatività alle tre dimensioni spaziali,
qui invece traballando oscilla.
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