Michele Zaza

Michele-Zaza, “Passaggio segreto”, 2005. Foto e tecnica mista su cartone 76x59 cm
Michele Zaza, “Itinerario”, 1980. 2 foto 30x40

MICHELE ZAZA
“Corpo segreto”

27 OTTOBRE – 20 DICEMBRE 2005
Inaugurazione giovedì 27 ottobre 19,00

a cura di Andrea Della Rossa
Testo di Arcangelo Izzo

La galleria “AREA24”continua la presentazione di artisti di fama internazionale, dopo: NOBUYOSHI ARAKI, SAM FRANCIS, LEETA HARDING, Ladislas Kijno, RAY JOHNSON, GIOVANNI MANFREDINI, HARDING MEYER, MAX NEUMANN, DENNIS OPPENHEIM, VETTOR PISANI, JOE TILSON e BERND ZIMMER, il 27 ottobre alle ore 19,00 inaugura la personale di MICHELE ZAZA.

Michele Zaza nasce a Molfetta (Puglia) il 7 novembre 1948. Dopo aver frequentato l’istituto di Belle Arti di Bari, si trasferisce a Milano per seguire il corso di scultura di Marino Marini all’Accademia di Brera.

Le sue prime mostre hanno luogo a Milano presso la galleria Diagramma (“cristologia” nel 1972 e “naufragio euforico” nel 1974) e a Bari presso la galleria Bonomo (“dissidenza ignota” 1973), a Brescia alla galleria Minini e a Napoli da Lucio Amelio.

Nel 1976 con il ciclo intitolato “anamnesi”, invita lo spettatore ad un mondo magico dove le figure sembrano volare, come in un sogno, attraverso molliche di pane. L’artista apre uno spazio celeste aereo che evoca la misteriosità dell’universo, uno spazio di libertà ritrovata.

Verso la fine degli anni ’70 le opere di Zaza invertono il rapporto tra l’alto e il basso, il cielo col pavimento, liberano le cose dalla gravità del mondo “normale”, dalla loro funzione utilitaria:”il pane, dice Zaza, perdeva il suo valore di alimento per divenire un elemento ceativo”.

L’utopia di Michele Zaza non guarda verso il futuro, come al tempo delle avanguardie storiche, non cerca la rottura con il passato, ma intende invece riallacciare i legami con l’origine, ritrovare la dimensione poetica e mitica dell’uomo.

Negli anni ’80 e ‘90, le opere investono lo spazio reale: le sculture in legno si collocano al di fuori dello spazio fotografico. Fotografia e scultura si rafforzano reciprocamente. Lo spazio diviene un luogo sacro, riferito metaforicamente alla struttura dell’universo, alla terra, e insieme al cielo.

Zaza ha esposto a Parigi (galleria Yvon Lambert), Zurigo (galleria Annemarie Verna), Monaco (galleria Tanit). Ha partecipato alle Documenta 6 e 7 di Kassel. Nel 1980 ha tenuto una mostra alla galleria Leo Castelli di New York, e ha partecipato con sala personale alla Biennale di Venezia. Negli ultimi anni gli sono state dedicate importanti mostre personali: a Mosca (Museo Shchusev), Roma (Museo Laboratorio dell’Univarsità ” La Sapienza “), Ginevra (Mamco-Museo d’Arte Contemporanea).

Le opere presentate a Napoli, restituiscono in un’atmosfera carica di simboli, la figura di un corpo supremo aperto alle relazioni ed interazioni con uno scenario magico e segreto: un corpo trasfigurato dall’artista mediante il maquillage blu del volto, e custodito da forme misteriose, presenze scultoree archetipiche, o da elementi d’uso del quotidiano (la mollica, l’ovatta, il cuscino).

”Il ciclo di opere “corpo segreto”, sulla base di un pensiero rivolto alle modificazioni dell’uomo, ricostruisce una situazione in cui è possibile inventare una condizione di paradiso adulto. Una ipotesi di centralità-unità-totalità che permette di concepire una cosmogonia in cui la coscienza diviene il filo conduttore di una trasfigurazione ideale del mondo a partire dal suo fondamento antropologico. Umanizzazione della natura e naturalizzazione dell’uomo si compenetrano fino al conseguimento di una umanità reificata e idealizzata”(Michele Zaza).